Articoli pubblicati dal Minor Planet Center
Ecco in ordine di apparizione gli articoli pubblicati dal Minor Planet center .
I primi due li ho scritti insieme al mio amico Andrea Ferrero molto più esperto di me in queste stesure, avendone lui già scritti in precedenza.
Primo Articolo:
Link: Rotational Periods of Five Asteroids – NASA/ADS (harvard.edu)
Secondo Articolo sempre in collaborazione con Andre Ferrero:
Link: Lightcurves of Seven Main-Belt Asteroids – NASA/ADS (harvard.edu)
Terzo articolo scritto in autonomia:
Link: Rotational Periods of Five Asteroids – NASA/ADS (harvard.edu)
Quarto Articolo sempre scritto in autonomia:
Quinto articolo:
Sesto articolo in collaborazione con Pilcher:
Link: Lightcurve and Rotation Period of 426 Hippo – NASA/ADS (harvard.edu)
Presto ulteriori lavori di ricerca fatti in collaborazione internazionale
Grazie a tutti
Fotometria Asteroidi
Dopo aver fatto ricerca di nuove stelle variabili, con il ragguardevole risultato di averne scoperte 49 con la Survey P-VaSSAR_Vxx, regolarmente pubblicate sul database dell’AAVSO ecco il passaggio alla fotometria di asteroidi.
Questo tipo di attività, a dispetto di quella sulle stelle variabili, ti consente di scrivere articoli che poi vengono pubblicati sui bollettini trimestrali del Minor Planet Center alla stessa stregua dei Professionisti.
Il lavoro consiste nel scegliere l’asteroide da misurare andando su Minor Planet.info alla sessione “Call: Potential Lightcurve Targets” a questo link: www.minorplanet.info/PHP/call_OppLCDBQuery.php . Qua si può scegliere tra asteroidi già misurati, ma con bassa precisione, oppure tra asteroidi ancora da misurare. Fatto questo si passa alle nottate osservative per poi con il software MPO Canopus stabilire il periodo di rotazione dell’asteroide sul proprio asse e l’ampiezza della curva. Essendo tipicamente un asteroide fatto come una “Patata” si avranno due minimi in corrispondenza delle punte e due massimi in corrispondenza delle facce. Ecco un esempio:
In questo esempio il periodo di rotazione risulta essere di 10,268 ore e l’ampiezza totale di 0,52 Mag. Le due facce hanno una superficie di poco diversa, mentre le due punte risultano con superfici molto diverse tra di loro.
A questo punto i dati si possono mettere a disposizione della comunità scientifica andando ad inserirli su di un data base chiamato ALCDEF e possono essere utilizzati, insieme ad altri, per determinare la posizione dell’asse di rotazione e la forma 3D dell’asteroide. Eccone un esempio:
Questo tipo di lavoro è molto complesso e richiede molta esperienza per non incorrere in errori grossolani.
P-VASSAR_V1
La prima stella variabile scoperta
La P-VASSAR_V1 (Project- Variable Star Search Andrea e Roberto_V1……..Vx) è la nostra prima stella pubblicata da parte dell’AAVSO (American Association of Variable Star Observer) sul data base pubblico a disposizione di tutto il mondo scientifico (Vai al Link sottostante). Dico nostra in quanto questo progetto vede impegnati due osservatori che lavorano in sinergia per massimizzare i risultati. (Per ulteriori informazioni vai alle sessione Ricerche=Stelle variabili). Dopo una revisione richiesta dal nostro moderatore,dovuta ad alcune imprecisioni, la stella è stata pubblicata. La gioia per questa scoperta è stata grandissima e da sola ripaga tutti gli sforzi e le fatiche fatte (sia fisiche che economiche) per mettere in funzione l’osservatorio.
Di stelle variabili, cioè che variano la loro magnitudine nel tempo, ne esistono di moltissimi tipi e le categorie principali sono:
Variabili intrinseche:
- Variabili pulsanti, nelle quali il raggio si espande e contrae periodicamente.
- Variabili eruttive che hanno brillamenti ed espulsioni di massa
- Variabili cataclismiche od esplosive, che vanno incontro a drammatici cambiamenti del loro stato fisico
Variabili estrinseche:
- Variabili a eclissi , stelle binarie che, viste dalla Terra, si eclissano l’una con l’altra nel corso del loro moto orbitale.
- Variabili rotanti, nelle quali la variabilità è causata dalla rotazione della stella su se stessa. Esempi sono le stelle che presentano estese macchie, che influiscono sulla luminosità dell’astro, oppure stelle che a causa dell’alta velocità di rotazione assumono forma elissoidale.
All’interno di questi tipi esistono molti sottotipi che dipendono dal delta magnitudine e dal periodo.
Nel caso della nostra stella abbiamo una binaria ad eclissi di tipo Algol o β persei EA il cui periodo è di 1.311444 giorni e la magnitudini variano da 14.53 a 15.23 misurate con un filtro “Rosso cousin” (Rc). Avendo le stelle dimensioni diverse si hanno due minimi di diversa entità. Il più profondo avviene quando la più grande eclissa totalmente la più piccola, il meno profondo quando la più piccola passa davanti alla più grande procurando solo una eclissi anulare.
Se si va al link “Carta del Cielo” si può vedere la stella studiata, e capire quanta strada ha fatto la tecnologia per permettere anche ad astrofili non professionisti di ottenere grandi risultati con strumenti modesti un tempo appannaggio esclusivo di osservatori professionisti e come gli astrofili possano dare il loro contributo in diversi rami di ricerca.
Type: EA 01 Mar 2017 (HJD 2457814.37569)
Plot: